LA LEGGE N.194 DEL 1978

Nella maggior parte dei paesi europei e dell’occidente l’interruzione volontaria della gravidanza è legale e regolamentata dalla legge. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda tutti i paesi del mondo a dotarsi di leggi che legalizzino e regolamentino l’IVG al fine di garantire la libera scelta delle donne e per scongiurare le morti o le gravi complicazioni causate da pratiche abortive o interventi chirurgici insicuri.

La legge 194, quella che dal ’78 ha reso legale l’interruzione volontaria della gravidanza, ha garantito alle donne la possibilità di effettuare l’aborto in condizioni sicure dal punto di vista sanitario, abbattendo in maniera quasi assoluta l’incidenza della mortalità legata alle complicanze dell’intervento, le infertilità secondarie e le altre penose conseguenze fisiche derivanti dalle condizioni spesso spaventose in cui venivano praticati gli aborti clandestini.

Oggi l’IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza) è un intervento del tutto sicuro dal punto di vista medico, gravato da una percentuale di complicazioni, sia immediate che a distanza, davvero minima.

La legge 194 dà a tutte le persone, italiane e straniere la possibilità di abortire gratuitamente in strutture pubbliche o autorizzate.

 

Motivi per i quali si può richiedere l’interruzione di gravidanza (art.4):

  1. Problemi di salute fisica o psichica 
  2. Condizioni economiche disagiate
  3. Motivazioni di carattere sociale o familiare
  4. Particolari condizioni in cui è avvenuto il concepimento (violenza, incesto)
  5. Probabili anomalie o malformazioni del feto (rosolia, toxoplasmosi, assunzione di farmaci teratogeni, esposizioni a radiazioni etc.)

Periodo in cui è consentito l’aborto:

  1. Entro i 90 giorni dalla comparsa dell’ultima mestruazione
  2. Oltre i 90 giorni è consentito solo in caso di grave pericolo di vita della madre o in caso di accertate malformazioni o anomalie del feto che determinino un grave rischio per la sua salute fisica o psichica (art.6)

In questi casi l’aborto può essere praticato solo senza possibilità di vita autonoma del feto e se non vi sia grave pericolo di vita della persona gestante

 

Cosa deve fare la persona maggiorenne che intenda interrompere la gravidanza (art. 5):

  1. Eseguire un test di gravidanza, anche casalingo, nei primi giorni di ritardo mestruale
  2. Rivolgersi ad un consultorio o ad un proprio medico di fiducia (non è necessaria la specializzazione in ginecologia)
  3. Richiedere il certificato che attesti il numero di settimane di gravidanza e la volontà di interromperla
  4. Dalla data del certificato a quella dell’interruzione, salvo urgenza, dovranno trascorrere sette giorni.

 

Come verrà eseguito l’aborto:

L’interruzione entro le dodici settimane si pratica in day hospital e può avvenire per via farmacologica (mifepristone e misoprostolo da assumere a distanza di 24-48 ore l’uno dall’altro) se eseguita entro il 63esimo giorno e per via chirurgica (per isterosuzione o raschiamento) se entro il 90esimo giorno dal concepimento.

 

Se la persona è di età inferiore ai diciotto anni

Se la persona è minorenne, per l’interruzione della gravidanza è richiesto l’assenso di chi ne esercita la potestà o la tutela. Tuttavia, nei primi novanta giorni, quando vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o la tutela, oppure queste rifiutino il loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi, il consultorio o la struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, espleta i compiti e le procedure di legge e rimette entro sette giorni dalla richiesta una relazione, corredata del proprio parere, al giudice tutelare del luogo in cui esso opera.
Il giudice tutelare, entro cinque giorni, sentita la persona gestante e tenuto conto della sua volontà, delle ragioni che adduce e della relazione trasmessagli, può autorizzarla a decidere per l’interruzione della gravidanza.

Qualora il medico accerti l’urgenza dell’intervento a causa di un grave pericolo per la salute della minore, indipendentemente dall’assenso di chi esercita la potestà e senza adire il giudice tutelare, certifica l’esistenza delle condizioni che giustificano l’interruzione della gravidanza. Tale certificazione costituisce titolo per ottenere in via d’urgenza l’interruzione.

 Nei consultori AIED da sempre viene riservata una attenzione particolare agli adolescenti, attraverso consulenze sulla sessualità e la contraccezione pensate per i più giovani e avendo cura di stabilire fin da subito un clima di accettazione, ascolto e fiducia, nel pieno rispetto delle libertà e dei diritti delle ragazze e dei ragazzi.

L’AIED garantisce piena assistenza alle minorenni che scelgono di interrompere la gravidanza, nel rispetto di quanto previsto dalla legge e con la necessaria attenzione alla tutela dei loro diritti.

Se la persona è cittadina non italiana

Per le cittadine straniere, comunitarie e non, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) garantisce l’assistenza sanitaria prevista per l’IVG e comporta parità di trattamento rispetto alle cittadine italiane.
Alle cittadine straniere non iscritte al servizio sanitario nazionale, siano esse regolari o irregolari, la prestazione sanitaria dell’IVG sarà garantita dietro pagamento alla ASL delle tariffe previste per legge, che possono cambiare a seconda della regione. Per le cittadine straniere sia comunitarie che extracomunitarie, anche irregolari, l’interruzione volontaria di gravidanza rientra fra le prestazioni mediche essenziali e urgenti che deve essere garantita anche a chi non possa permettersi di pagare la prestazione.

Dopo l’intervento

L’AIED consiglia, dopo un’interruzione di gravidanza, un controllo ginecologico per verificare il buon esito della procedura.
Oggi l’interruzione di gravidanza è sicura in tutte le realtà ospedaliere o autorizzate: la legge, oltre a ridurre in maniera drastica la quota di aborti clandestini, ha finalmente regolamentato le norme di sicurezza entro le quali deve essere praticato l’intervento, in modo da tutelare la salute e la futura fertilità delle donne che vi si sottopongono.

La visita di controllo costituisce l’occasione per affrontare con più serenità e consapevolezza la necessità di proteggersi dal rischio di una nuova gravidanza indesiderata e quindi di un altro aborto.

Nei consultori AIED la visita di controllo post interruzione prevede, oltre all’indagine ginecologica, una consulenza specifica di informazione sui metodi contraccettivi. Durante la consulenza gli operatori dell’AIED informano sui più moderni sistemi contraccettivi tra i quali si potrà scegliere quello che si ritiene più adatto a sé. Esiste ancora una certa disinformazione riguardo la contraccezione, causata spesso dalla fretta con cui si cerca di raccogliere informazioni in modo autonomo ma anche dalla difficoltà nell’individuare una fonte di informazione competente e affidabile.
Affidarsi ad una contraccezione sicura, oltre a mettere al riparo dal rischio di gravidanze indesiderate, può aiutare ad avere una maggiore tranquillità e confidenza durante il rapporto sessuale; in particolare è importante per gli adolescenti, che in questa fase della vita esplorano la sessualità spesso senza preoccuparsi di proteggersi.