Fin dall'antichità il problema della contraccezione è stato di fondamentale importanza. Il piacere sessuale era, infatti, indissolubilmente legato a numerose gravidanze e sono, quindi, molto antichi i tentativi dell'uomo di praticare una contraccezione rudimentale basata su superstizioni e credenze magiche.
Alcuni papiri egiziani del 2000 a.C. parlano di resti di coccodrillo da inserire in vagina. Anche Greci e Romani usavano pozioni composte di estratti d’erbe e di miele, unguenti oppure riti magici, come quello di aspergere di sangue mestruale gli amuleti che la donna doveva portare addosso al momento del rapporto sessuale.
Nel periodo medioevale, una distinzione va fatta tra civiltà arabo-islamica, la cui religione si dimostrava tollerante e favorevole al controllo delle nascite, e il mondo cristiano, influenzato dalla Chiesa cattolica che condannava e reprimeva contemporaneamente la sessualità e la contraccezione.
Nel XX secolo le antiche metodiche sono perfezionate e nuove tecniche sono scoperte.
In Italia è soltanto nel 1953 che si comincia ad affrontare il problema della contraccezione e quello demografico. L'obiettivo di attuare una regolamentazione delle nascite è, però, ancora molto lontano, poiché esistevano delle precise norme del Codice Penale (in particolare l'art. 553), le quali vietavano rigorosamente l'uso e la propaganda dei mezzi contraccettivi.
Questi divieti scompaiono soltanto nel 1971, a seguito di numerose battaglie, condotte anche dall'AIED, si otteneva -nel marzo dello stesso anno- l'abrogazione del suddetto articolo da parte della Corte Costituzionale.
Il coito interrotto, che non è un metodo contraccettivo, consiste nell'estrarre il pene dalla vagina prima della eiaculazione. E' un metodo molto diffuso, ma la sua efficacia è molto scarsa, più del 30% di fallimento, ed è quindi sconsigliabile. L'inefficacia del metodo non dipende dalla “bravura” dell'uomo nel controllare l'eiaculazione, né dalla sua “esperienza”.
La causa delle gravidanze indesiderate che si verificano adottando il coito interrotto, non è l'incapacità dell'uomo a controllare il momento dell'eiaculazione, ma il fatto che dall'inizio della fase di eccitazione, dal pene inizia a fuoriuscire un liquido che serve alla lubrificazione del rapporto ed anche a ripulire il canale uretrale da tracce di urina. Questo liquido, che proviene da una ghiandola specifica, non provoca nell'uomo nessun tipo di sensazione e non è sottoposto al controllo (un po' come la salivazione nel meccanismo dell'”acquolina in bocca”).
Inoltre si è visto che questo liquido contiene già spermatozoi, che quindi sono depositati in fondo al canale vaginale, in una posizione ottima per la riproduzione.
Il metodo è sconsigliabile anche perché provoca nella coppia una notevole tensione nervosa con riflessi negativi sulla sessualità.